Contesto settoriale
Il Pakistan è tra i paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, colpito con sempre maggior frequenza da eventi estremi come inondazioni e siccità. Nel Environmental Performance Index (EPI) 2024, il Pakistan si colloca al 179º posto su 180 paesi confermando una drammatica performance ambientale.
Le alluvioni del 2022 hanno contaminato suolo e risorse idriche, riducendo la fertilità dei terreni e minacciando la sicurezza alimentare di milioni di persone. La perdita di habitat e l’erosione del suolo hanno aggravato il degrado ambientale, compromettendo la biodiversità. L’impatto combinato di eventi climatici estremi. Stime della Banca Mondiale prevedono che il degrado ambientale e l’inquinamento causeranno una riduzione del PIL del Pakistan del 18-20% entro il 2050 (World Bank, 2022).
Il Paese è esposto a quattro categorie di inondazioni: fluviali (bacino dell’Indo), lampo, da fuoriuscita di laghi glaciali (GLOF) e costiere (cicloni). In particolare, secondo l’INFORM 2025 Index for Risk Management (EU), il rischio di inondazioni fluviali è tra i più alti al mondo, con un punteggio di 9.5 su 10, che rende il Pakistan il sesto Paese più a rischio su 191.
Inoltre, l’accesso ad acqua potabile sicura e servizi igienico-sanitari resta critico, soprattutto nelle aree rurali prive di infrastrutture adeguate. La contaminazione e la gestione inefficiente delle risorse idriche minacciano la salute pubblica. Con un trend demografico in aumento, nell’ordine di milioni all’anno, e un incremento della temperatura stimato di 3°C entro il 2047, si prevede che la domanda d’acqua crescerà del 60% (World Bank, 2025).
Un altro problema grave è la scarsa qualità dell’aria, in particolare a livello urbano: nella seconda metà del 2024 sono stati registrati livelli record di inquinamento, con città come Multan che ha raggiunto una concentrazione di PM 2.5 190 volte oltre i limiti raccomandati dall’OMS, causando problemi respiratori soprattutto alle fasce più vulnerabili, in modo particolare i bambini sotto i 5 anni. Le principali cause sono la bruciatura di residui agricoli, le emissioni industriali e veicolari.
Analisi dei Bisogni
L’equilibrio tra agricoltura e risorse idriche è una sfida cruciale per il Pakistan, soprattutto nel bacino superiore dell’Indo, dove il 45% del flusso d’acqua dipende dallo scioglimento di ghiacciai e neve. Per una gestione sostenibile, è fondamentale sviluppare modelli glaciologici-idrologici integrati per prevedere la disponibilità futura delle risorse idriche e garantire un monitoraggio efficace della qualità dell’acqua.
Con la crescente domanda d’acqua, è prioritario migliorare l’efficienza dei sistemi di irrigazione e ottimizzare la gestione delle risorse idriche per garantire la sicurezza alimentare e la resilienza del settore agricolo.
Al fine di aumentare la resilienza delle comunità rurali, la realizzazione di sistemi di azioni anticipatorie, legate a sistemi di allerta precoce multi-rischio può ridurre significativamente le perdite economiche e umane. Strumenti come le assicurazioni agricole e le misure di protezione sociale rappresentano soluzioni complementari per affrontare i rischi legati agli eventi climatici estremi.
Il turismo sostenibile e lo sviluppo di alternative occupazionali rappresentano strategie chiave per il progresso economico e ambientale. Coinvolgere attivamente le comunità, in particolare le donne, nella gestione del territorio e nella valorizzazione delle risorse naturali è fondamentale per migliorare i redditi familiari. In questo contesto, il ripristino forestale e lo sviluppo di filiere agroalimentari resilienti assumono un ruolo centrale, contribuendo alla sostenibilità economica e ambientale.
Inoltre, l’inquinamento atmosferico rappresenta una sfida sempre più urgente: l’implementazione di una rete di monitoraggio efficace consentirebbe di individuare le fonti di inquinamento e adottare misure adeguate a migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica.
Approccio
AICS Islamabad, nel settore dell’adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio, mira a rafforzare la resilienza di comunità e istituzioni di fronte ai rischi climatici e ai disastri naturali. Promuove la tutela degli ecosistemi, la gestione sostenibile delle risorse naturali e modelli di sviluppo inclusivi che migliorino le condizioni economiche e sociali dei gruppi più vulnerabili. Nell’ambito del pilastro Pianeta della TOC AICS, attraverso un approccio integrato, sostiene strategie di adattamento e gestione responsabile, contribuendo in particolare al raggiungimento dell’SDG 13 (Azione per il Clima), con un focus sul Target 1: Rafforzata la capacità di ripresa e adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali.
In Gilgit-Baltistan, AICS opera da oltre un decennio per promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree montane, collaborando con organizzazioni della società civile, istituzioni e enti locali. Gli interventi si concentrano sul miglioramento della gestione delle risorse naturali, in particolare dell’acqua, e sulla conservazione degli ecosistemi.
Un’attenzione particolare è rivolta all’ecoturismo come motore di sviluppo economico sostenibile, valorizzando il patrimonio naturale e culturale locale. Viene inoltre favorito il coinvolgimento delle donne nella gestione del territorio e delle risorse, promuovendone la partecipazione attiva nei processi decisionali e nelle attività economiche. Infine, il supporto alla ricerca sugli ecosistemi montani consente di sviluppare strategie di conservazione efficaci e modelli di sviluppo compatibili con la fragilità ambientale dell’area.
Nel Sindh, le attività di AICS mirano a combinare azioni anticipatorie, soluzioni basate sulla natura e pratiche agricole resilienti. L’assistenza tecnica ricopre una funzione centrale per rafforzare le capacità locali negli ambiti dei sistemi di allerta precoce, di pianificazione partecipativa e governance inclusiva, strumentali a garantire sostenibilità finanziaria attraverso la mobilitazione di risorse domestiche e internazionali dedicate.