Afghanistan

CONTESTO GEOPOLITICO

L’Afghanistan è un Paese senza sbocco al mare situato in Asia centrale e meridionale. Confina con il Pakistan a Sud ed Est, con l’Iran a Ovest, con il Turkmenistan, l’Uzbekistan e il Tagikistan a Nord, e con la Cina a nord-est. Il paese copre un’area di circa 652.230 chilometri quadrati, che lo rende uno dei Paesi più grandi della regione.

La geografia dell’Afghanistan è caratterizzata da montagne, deserti e pianure. La catena montuosa più estesa è l’Hindu Kush, che attraversa il paese da nord-est a sud-ovest. Questa catena divide l’Afghanistan in tre principali regioni geografiche: gli altopiani centrali, le pianure settentrionali e l’altopiano sud-occidentale.

L’Afghanistan è composto da 34 province, ognuna delle quali è ulteriormente suddivisa in distretti. Le province sono amministrate da governatori nominati dal governo de facto. Alcune delle principali province dell’Afghanistan sono quelle di Kabul, la capitale; Kandahar situata nel Sud; Herat nella parte occidentale del paese; Balkh nel Nord, nota per i suoi siti storici e la produttività agricola e Nangarhar nella regione orientale, al confine con il Pakistan è una rotta commerciale chiave.

L’Afghanistan, situato al crocevia dell’Asia centrale, occidentale e meridionale, ha una storia ricca e complessa. La sua posizione strategica ha attirato numerosi imperi e popoli, lasciando un mosaico di gruppi etnici e linguistici.

Il contesto geopolitico dell’Afghanistan ha subito trasformazioni significative dal ritorno al potere dei talebani il 15 agosto 2021. Questo cambiamento sta influendo sulla stabilità regionale, le relazioni internazionali e la situazione umanitaria. Dal 1° gennaio 2022 la competenza geografica è stata trasferita da AICS Kabul alla sede AICS di Islamabad.

 

DISCLAIMER: Le designazioni impiegate e la presentazione del materiale in questa pubblicazione non implicano l'espressione di alcuna opinione da parte di AICS riguardo allo status giuridico di alcun Paese, territorio, città o area, o delle sue autorità, né riguardo alla delimitazione dei suoi confini o frontiere.

DISCLAIMER: Le designazioni impiegate e la presentazione del materiale in questa pubblicazione non implicano l’espressione di alcuna opinione da parte di AICS riguardo allo status giuridico di alcun Paese, territorio, città o area, o delle sue autorità, né riguardo alla delimitazione dei suoi confini o frontiere. 

 

CONTESTO SOCIO-ECONOMICO

L’Afghanistan è segnato da una crisi umanitaria protratta, alimentata da oltre quattro decenni di conflitto e aggravata dalla presa del potere dei talebani nell’agosto 2021. A più di tre anni dal loro insediamento, il governo de facto dimostra una capacità insufficiente di rispondere ai bisogni essenziali della popolazione.

L’accesso ai servizi di base rimane estremamente limitato: il 73% della popolazione non ha cure mediche adeguate e il 60% delle famiglie affronta difficoltà nell’approvvigionamento di beni essenziali (OCHA, 2024).

L’economia afghana ha registrato una crescita modesta nel 2024, con un aumento del PIL del 2,7%, secondo la Banca Mondiale (2024). Tuttavia, questa ripresa non è sufficiente a compensare il crollo economico degli ultimi anni. Tra il 2021 e il 2022, infatti, il PIL è sceso di circa il 30% e il sistema bancario ha subito una grave crisi di liquidità (World Bank, 2024).

L’inflazione, con un aumento del 50% nei prezzi dei generi alimentari tra il 2021 e il 2023, ha aggravato l’insicurezza alimentare, che ora interessa oltre 15 milioni di persone (FAO, 2024). Sebbene l’Afghanistan abbia recentemente ritrovato una relativa stabilità, il Paese resta altamente dipendente dalle importazioni, mentre le esportazioni, concentrate su prodotti agricoli come frutta secca e zafferano, non riescono a bilanciare il deficit commerciale (IMF, 2024).

Il settore agricolo, che impiega oltre il 60% della popolazione, è stato gravemente colpito dalla siccità e dalla riduzione del supporto internazionale, compromettendo i raccolti e aumentando la vulnerabilità delle comunità rurali (FAO, 2024). Il settore manifatturiero vive una fase di stallo a causa della carenza di investimenti esteri e della riduzione della produzione interna. Il commercio con Iran, Pakistan e Cina rappresenta ancora una delle principali risorse economiche per il Paese, ma profonde criticità strutturali continuano a limitarne lo sviluppo.

Le difficoltà economiche si riflettono anche sul mercato del lavoro, dove la disoccupazione resta alta e le opportunità di impiego sono sempre più scarse, colpendo in particolare giovani e donne. Con un tasso che supera il 40%, la mancanza di prospettive occupazionali ha peggiorato le condizioni di vita e aumentato le tensioni sociali nel Paese (Asian Development Bank, 2024).

La promulgazione della Legge per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio (PVPV) nell’agosto 2024 ha istituzionalizzato la limitazione della partecipazione femminile alla vita pubblica, l’accesso di donne, ragazze e bambine ai servizi di base, aggravando una condizione già critica e con ripercussioni significative anche sulla salute mentale. Tale Legge si aggiunge drammaticamente alle restrizioni imposte dalle Autorità de facto (AdF) a partire da dicembre 2022 sulle operazioni delle ONG attraverso le quali il governo de facto ha vietato alle donne di lavorare nelle organizzazioni non governative. Nel 2023, questa restrizione è stata estesa anche alle operazioni delle Nazioni Unite, compromettendo gravemente la fornitura di servizi essenziali nei settori della sanità, dell’educazione e della sicurezza alimentare e aggravando la crisi sociale ed economica (United Nations OCHA, 2024).

Le restrizioni nel settore dell’istruzione hanno portato alla chiusura di scuole secondarie e università per le ragazze, riducendo del 78% il numero di iscrizioni rispetto al 2020 (UNESCO, 2024).

Nonostante alcune aperture al lavoro femminile nei mercati locali, alla partecipazione a fiere e al coinvolgimento nella filiera dello zafferano, la situazione in Afghanistan rimane estremamente critica per il basso livello di libertà civile e di partecipazione della società civile, in particolare le donne (UNGASC, 2024).

ANALISI DEI BISOGNI

Secondo i dati delle UN, quasi la metà della popolazione, necessita di assistenza umanitaria. Le restrizioni imposte dal governo de facto sui diritti umani hanno accentuato i bisogni di donne, bambini, persone con disabilità e altri gruppi vulnerabili, limitando l’accesso ai servizi essenziali e alle opportunità di sostentamento, aggravando ulteriormente la crisi.

Dal 2021, l’economia afghana ha subito una contrazione di quasi un terzo, principalmente a causa degli effetti dell’isolamento politico e del sistema finanziario e al calo dei finanziamenti internazionali. Circa il 50% della popolazione vive in condizioni di povertà, con il 44% della popolazione rurale e il 58% di quella urbana in difficoltà economiche. L’alta disoccupazione e la stagnazione dell’economica sono tra i principali fattori che determinano una profonda vulnerabilità socio-economica e la scarsità di servizi essenziali. Le restrizioni sul lavoro e sull’educazione delle donne hanno emarginato una parte significativa della forza lavoro, riducendo i redditi familiari[1]. L’Assistenza umanitaria internazionale rappresenta un contributo necessario per la sopravvivenza delle famiglie.

Le calamità naturali, come le inondazioni e gli inverni rigidi, hanno colpito milioni di persone nel 2024. Le inondazioni hanno interessato oltre 173.000 persone, mentre le basse temperature minacciano soprattutto i gruppi vulnerabili, tra cui bambini, donne incinte, anziani, sfollati e rimpatriati.

Nel 2024, circa 14,8 milioni di persone hanno affrontato insicurezza alimentare acuta, con gravi conseguenze nutrizionali. Inoltre, il Paese affronta un livello allarmante di malnutrizione cronica, con circa 3 milioni di bambini colpiti da rachitismo dovuto a diete inadeguate, mancanza di accesso a cure sanitarie e condizioni igieniche precarie.

Il settore sanitario è gravemente compromesso a causa di finanziamenti insufficienti, infrastrutture inadeguate e la carenza di professionisti, aggravata dalle politiche restrittive che impediscono alle donne di partecipare alla forza lavoro. Le malattie trasmissibili sono in aumento, con 175.262 casi di diarrea acuta, 81.304 casi di malaria e 59.753 di morbillo nel 2024. Le dinamiche stagionali, come le infezioni respiratorie e le malattie indotte dalla scarsità di acqua sicura, colpiscono in modo particolare i gruppi vulnerabili. Il tasso di mortalità materna è tra i più alti al mondo, con 638 decessi ogni 100.000 nati vivi, e la mortalità infantile è di 58 decessi ogni 1.000 nati vivi. Inoltre, la copertura vaccinale è insufficiente, con solo il 36,6% dei bambini tra 12 e 23 mesi che ricevono le vaccinazioni di base.

Nonostante la fine del conflitto attivo nel 2021, l’Afghanistan rimane uno dei Paesi più contaminati da ordigni esplosivi. Nel 2024, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha registrato 234 incidenti causati da esplosivi, con 455 vittime, di cui 359 erano bambini.

A complicare ulteriormente la situazione, l’Afghanistan sta affrontando una crisi di rimpatriati, con circa 2 milioni di afghani che sono tornati nel Paese dal Pakistan e dall’Iran tra dicembre 2023 e dicembre 2024. Questo aumento dei rimpatriati ha aumentato la pressione sui servizi di base e le risorse delle comunità ospitanti. Inoltre, ci sono circa 6,3 milioni di persone sfollate internamente in Afghanistan, il che rende la situazione ancora più complessa[2].

Le necessità umanitarie sono gravi e richiedono un intervento urgente. È fondamentale potenziare le infrastrutture sanitarie, migliorare l’accesso ai servizi essenziali e fornire assistenza mirata per le popolazioni vulnerabili. Senza l’impegno internazionale è a rischio la vita di milioni di persone.

ORIENTAMENTO STRATEGICO E SETTORI PRIORITARI

Il portfolio Afghanistan per il 2024 di AICS Islamabad ha compreso 16 iniziative per un valore totale di circa 56,5 milioni di euro. Tra queste, 10 sono iniziative di assistenza umanitaria sul canale emergenza per un valore complessivo pari a 42,5 milioni di euro, a cui si aggiungono 6 iniziative a sostegno dei servizi essenziali, per un totale di 13,9 milioni di euro.

La strategia di intervento ha incluso il supporto ai servizi essenziali e l’assistenza umanitaria. In un contesto complesso e volatile come quello afghano appare necessario integrare l’aiuto immediato con attività volte a sostenere soluzioni durevoli e contribuire alla resilienza delle comunità.

L’orientamento è in linea con il Documento Triennale di Programmazione e di Indirizzo 2024- 2026 che prevede che le iniziative da realizzare in Afghanistan si focalizzino sull’assistenza alle popolazioni vittime di crisi umanitarie protratte al fine di tutelare la vita, alleviare le sofferenze e salvaguardare la dignità delle persone.

Le iniziative realizzate nel 2024 in coerenza con il quadro strategico delle Nazioni Unite per l’Afghanistan 2023–2025 (UNSFA)  mirano a garantire l’accesso ai servizi essenziali, e a favorire opportunità economiche e  mezzi di sussistenza resilienti.

Le attività sostenute da AICS si focalizzano sui seguenti settori d’intervento indicati nello stesso documento:

  1. Salute
  2. Formazione e lavoro dignitoso.
  3. Multisettoriale

Gli interventi multisettoriali riguardano i seguenti ambiti: agricoltura, sicurezza alimentare e nutrizione; protezione delle categorie più vulnerabili, tra cui giovani, donne, bambini e bambine, persone con disabilità, sfollati, rifugiati e rimpatriati; assistenza salvavita, come la fornitura di cibo e acqua potabile; nonché attività di preparazione, prevenzione e risposta ai rischi legati ai disastri naturali.

In questo quadro, AICS Islamabad ha individuato 3 outcome strategici di intervento, concentrandosi su due pilastri chiave: Persona e Prosperità dell’Agenda 2030

Le iniziative di AICS Islamabad, in una prospettiva di nexus in contesti fragili[3], contribuiscono ai seguenti obiettivi:

  • SDG 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile. In special modo il target 2.1, garantire l’accesso di tutte le persone, in particolare dei poveri e delle persone in situazioni vulnerabili, inclusi i neonati, a cibo sicuro, nutriente e sufficiente per tutto l’anno.
  • SDG 3: Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età. In particolare, i target: 3.2, porre fine alle morti evitabili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età; 5, rafforzare la prevenzione e il trattamento dell’abuso di sostanze, compreso l’abuso di droghe narcotiche e l’uso dannoso di alcol; 3.6, dimezzare il numero di morti e feriti causati da incidenti stradali.
  • SDG 8: Promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, l’occupazione piena e produttiva e il lavoro dignitoso per tutti. In particolare il target 8.5, raggiungere l’occupazione piena e produttiva e il lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, inclusi i giovani e le persone con disabilità, e garantire la parità salariale per lavori di pari valore.

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE

I principali meccanismi di coordinamento dei donatori a cui partecipa AICS Islamabad includono:

  • Afghanistan Coordination Group (ACG)

Istituito nel maggio 2022, l’ACG mira a coordinare gli sforzi di vari attori, tra cui organizzazioni internazionali, donatori e società civile, per affrontare le complesse sfide che l’Afghanistan deve affrontare. Attualmente co-presieduto dall’UE, dall’ONU e dalla Banca Mondiale, incentrato sugli aiuti umanitari, sullo sviluppo e sugli sforzi di pace e riconciliazione.

  • Humanitarian Donors Group for Afghanistan

Presieduto dal Coordinatore Residente e Umanitario delle Nazioni Unite, è una piattaforma che riunisce mensilmente i principali donatori umanitari con l’obiettivo di discutere, pianificare e armonizzare le risposte alla crisi umanitaria in Afghanistan.

  • Coordinamento dei donatori dell’Afghanistan Resilience Trust Fund (ARTF) e dello Special Trust Fund for Afghanistan (STFA)

L’ARTF, gestito dalla Banca Mondiale, e l’STFA, gestito da UNDP, sono strumenti per la mobilitazione e il coordinamento dei finanziamenti internazionali destinati alla resilienza e ai Basic Human Needs in Afghanistan.

  • EU+ Coordination Meeting

Un forum che coinvolge gli Stati membri dell’Unione Europea, insieme a Norvegia, Svizzera e Regno Unito per promuovere la coerenza tra le attività finanziate dall’UE e i programmi bilaterali dei donatori. Questo meccanismo facilita l’allineamento delle strategie dei donatori per l’assistenza umanitaria e i Basic Human Needs, stabilendo priorità condivise e promuovendo un approccio unificato.

  • EU Development Counsellors Coordination Meeting

Un tavolo di coordinamento presieduto dalla Delegazione dell’Unione Europea in Afghanistan. Il gruppo favorisce un’analisi congiunta del contesto di intervento e incoraggia la discussione strategica all’interno dell’UE su questioni chiave.

  • Solutions Strategy for Afghan Refugees (SSAR)

Un’iniziativa dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e dei suoi partner, concepita per affrontare la crisi dei rifugiati afghani. La strategia si concentra sul supporto ai rifugiati afghani, che sono stati costretti a fuggire dal paese a causa dei conflitti e della repressione, nel trovare soluzioni durevoli.

 

UGUAGLIANZA DI GENERE ED EMPOWERMENT FEMMINILE (GEWE)

L’attuale contesto afghano è segnato da una discriminazione istituzionalizzata da parte delle autorità de facto nei confronti delle donne e delle ragazze, che sono escluse dalla maggior parte dei settori della vita quotidiana e pubblica, compresi l’istruzione dopo il sesto anno e il lavoro[4]. Ciò evidenzia un elemento di gravità aggiuntivo nel quadro della crisi afghana: da un lato l’emergenza umanitaria è caratterizzata dall’insicurezza alimentare, dalla mancanza di servizi salvavita, dalla povertà endemica e dalle sfide imposte dai fenomeni migrazioni e dall’altro la negazione dei diritti delle donne[5], che acuiscono i bisogni di assistenza internazionale.

Un’analisi intersezionale della condizione femminile del Paese non può che rilevare come la situazione di crisi che colpisce tutta la popolazione è ancora più esacerbata per donne, ragazze e bambine. Tale considerazione emerge in campo economico, dove le restrizioni imposte all’istruzione e all’occupazione delle donne hanno emarginato una parte significativa della forza lavoro, riducendo i redditi familiari, aggravando ulteriormente la povertà ed esponendo le donne a violenza ed abusi; in campo della sicurezza alimentare, laddove le strategie di adattamento che costringono a ridurre il consumo di cibo hanno contribuito a un aumento dei tassi di malnutrizione acuta di donne e bambini; nelle conseguenze della crisi climatica, in cui la carenza di acqua, insieme ai servizi igienico-sanitari inadeguati e l’esposizione al rischio di disastri naturali, influiscono sul tasso di mortalità materna più alto nella regione[6].

In questo quadro le donne e ragazze afghane rappresentano una risorsa imprescindibile. Lo sviluppo del capitale umano e la protezione sociale siano fondamentali per la ripresa economica e la stabilità a lungo termine dell’Afghanistan.[7]

Il ruolo centrale di donne e ragazze nello sviluppo sostenibile è riconosciuto da AICS[8] che integra la prospettiva di genere nelle iniziative che finanzia attraverso un approccio a doppio binario (twin-track approach) [9]. Tale approccio prevede, da un lato, la realizzazione di iniziative specifiche unicamente focalizzate sulla promozione della GEWE con Gender Policy Marker 2, vale a dire “principale” e, dall’altro lato, di iniziative in cui la componente di genere è trasversale, con Gender Policy Marker 1, ossia “significativo”.

Le iniziative nel settore della salute materna, riproduttiva, neonatale, infantile e per adolescenti tramite i centri di salute per famiglie (Family Health Houses – FHH) rispondono al Gender Policy Marker 2. Tale tipologia di intervento mira a raggiungere aree remote e senza servizi garantendo un approccio integrato che consenta alle donne e ragazze di avere spazi dedicati per la salute. Nel 2024 il 17% dei finanziamenti, pari a € 9,5 M, è stato destinato a due interventi a sostegno delle FHH che hanno l’uguaglianza di genere come obiettivo principale.

Di fronte a bisogni rilevanti presenti in ogni settore, e considerando la discriminazione a cui donne, ragazze e bambine sono esposte, l’approccio gender mainstreaming in atto consente di intervenire a favore dell’empowerment femminile e della difesa dei diritti in modo trasversale nei settori di intervento. Il 54% dei fondi attualmente investiti in Afghanistan, pari a € 30,4 M, sono destinati a 8 iniziative il cui Gender Policy Marker 1 indica che il tema GEWE è significativo, e si concretizza attraverso risultati attesi, attività dedicate e linee di budget specifiche. Tra questi, il contributo al Fondo Fiduciario “Afghanistan Resilience Trust Fund” (ARTF) per l’intervento EMERGe (Empowering Microfinance and Enterprises for Resilience and Growth), a sostegno di micro e piccole imprese, con focus su quelle a conduzione femminile e il contributo al Fondo Fiduciario “Special Fund for Afghanistan” (STFA) per la prevenzione e trattamento dell’uso di droghe, in particolare rivolto alle donne e alle loro famiglie.

 

[1] Afghanistan Development Update December 2024
[2] Document – Pakistan – Afghanistan Situation Refugee Response Dashboard, as of December 2024
[3] “In linea con gli sviluppi registrati in ambito internazionale ed europeo, anche la cooperazione italiana allo sviluppo ha riconosciuto la necessità, in situazioni di fragilità, instabilità e crisi protratte, di rispondere ai bisogni immediati della popolazione civile e, al contempo, di affrontare le cause strutturali delle crisi con interventi coordinati e complementari di aiuto umanitario (inclusi quelli di primissima emergenza), sviluppo e promozione di società pacifiche e coesione sociale, sia in ambito bilaterale che multilaterale.” MAECI/AICS, Linee guida sul nesso tra aiuto umanitario, sviluppo e pace, luglio 2023.
[4] UNAMA, UNOHCHR, Update on the human rights situation in Afghanistan: October – December 2024
[5] WEWORLD, Her Future at Risk, the Cost of Humanitarian Crises on Women and Girls. Focus. Afghanistan Dual Crisis, March 2025
[6] MMR di 620 su 100.000, secondo il sito di WHO AC597B1
[7] THE WORLD BANK, AFGHANISTAN FUTURES, “Afghanistan Development Update”, December 2024.
THE WORLD BANK GROUP, AFGHANISTAN FUTURES, Afghanistan Development Update, Presentation in Islamabad, 6 December 2024.
[8] In linea con le Linee Guida AICS/MAECI sull’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile (2020-2024)
[9] AICS, MAECI, “Linee Guida sull’Uguaglianza di Genere e l’empowerment di donne, ragazze e bambine (2020-2024)”, Para. 3.1. Il MAECI e la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS), Art. 80